Un antico proverbio dice che le strade dell’’inferno sono lastricate di buone intenzioni ed ogni buon elettore di centrodestra sa bene a cosa mi riferisco.
La democrazia in Italia è messa male, un’intera classe politica vigliacca ed incapace ha abdicato a favore della tecnocrazia con i disastrosi risultati che purtroppo viviamo giornalmente sulla nostra pelle: più tasse, disoccupazione stellare, deindustrializzazione del paese, recessione, inquisizione fiscale. Un incubo del quale non si riesce a vedere la fine ma che anzi peggiora di giorno in giorno.
Credo di parlare anche a nome degli amici di DAW blog nel dire che Oscar Giannino mi piace, che le sue cannonate con le quali da mesi martella lo stato “tassicodipendente” da Radio24 sono condivisibili su tutta la linea e che i dieci punti programmatici di questo nuovo movimento politico in fieri, Fermare il Declino, rappresentano le istanze di quella maggioranza silenziosa di italiani che aspetta, come minimo dal 1994, un cambiamento da decenni promesso e mai compiuto.
Non mi vergogno nel definirmi un berlusconiano. In tutti questi anni ho sperato che il movimento politico inventato dal Cavaliere potesse lentamente cambiare il paese. Prendo atto con rammarico che tale cambiamento non c’è stato, non tanto a causa di Berlusconi ma soprattutto per colpa da un lato di quel sistema partitocratico, difeso dalla costituzione, che rende praticamente impossibile cambiare alcunché e dall’altro da una giustizia politicizzata, eversiva e fuori controllo. E del resto, un’alternativa reale non c’era.
Fermare il Declino è un’opportunità che non andrebbe sprecata, l’unica credibile opzione elettorale che mi sento di sposare al momento. L’alternativa, sarebbe l’astensione. Eppure Fermare il Declino ha un problema genetico non da poco per affermarsi ed è proprio un certo antiberlusconismo viscerale che lo incarna. Se scorro la lista del think tank liberale non posso non notare la presenza di economisti e non che in tutti questi anni, vuoi per idee politiche diverse vuoi per un puro pregiudizio estetico (in certi circoli snob essere berlusconiani è considerato molto volgare a prescindere) hanno sparato ad alzo zero contro il PdL. Lo stesso Giannino, quasi quotidianamente, spara battutacce al vetriolo in direzione di Arcore.
E quindi la domanda sorge spontanea: dato per scontato che Fermare il Declino non può aspirare ad ottenere una maggioranza assoluta alla prossima tornata elettorale, dove pensa di collocarsi? Con chi pensa di allearsi? A chi andrà a chiedere il voto il club degli economisti? Perché se da un lato c’è chi, pur fallendo, ha portato avanti idee simili a quelle di Oscar & Co, dall’altro invece c’è chi affermava senza alcun pudore che “pagare le tasse è bello” e chi ha cavalcato il furore giustizialista.
Non è forse il caso di fare meno gli snob e trattare con un po più di rispetto quella maggioranza silenziosa di italiani pronta a dare il voto ma con la pretesa di sentirsi meno spernacchiati? Caro Oscar pensaci, noi orfani liberali abbiam bisogno di te ma non siamo più disposti a svenderci. Quelle strade lastricate di buone intenzioni di cui sopra, le conosciamo purtroppo molto bene.
La democrazia in Italia è messa male, un’intera classe politica vigliacca ed incapace ha abdicato a favore della tecnocrazia con i disastrosi risultati che purtroppo viviamo giornalmente sulla nostra pelle: più tasse, disoccupazione stellare, deindustrializzazione del paese, recessione, inquisizione fiscale. Un incubo del quale non si riesce a vedere la fine ma che anzi peggiora di giorno in giorno.
Credo di parlare anche a nome degli amici di DAW blog nel dire che Oscar Giannino mi piace, che le sue cannonate con le quali da mesi martella lo stato “tassicodipendente” da Radio24 sono condivisibili su tutta la linea e che i dieci punti programmatici di questo nuovo movimento politico in fieri, Fermare il Declino, rappresentano le istanze di quella maggioranza silenziosa di italiani che aspetta, come minimo dal 1994, un cambiamento da decenni promesso e mai compiuto.
Non mi vergogno nel definirmi un berlusconiano. In tutti questi anni ho sperato che il movimento politico inventato dal Cavaliere potesse lentamente cambiare il paese. Prendo atto con rammarico che tale cambiamento non c’è stato, non tanto a causa di Berlusconi ma soprattutto per colpa da un lato di quel sistema partitocratico, difeso dalla costituzione, che rende praticamente impossibile cambiare alcunché e dall’altro da una giustizia politicizzata, eversiva e fuori controllo. E del resto, un’alternativa reale non c’era.
Fermare il Declino è un’opportunità che non andrebbe sprecata, l’unica credibile opzione elettorale che mi sento di sposare al momento. L’alternativa, sarebbe l’astensione. Eppure Fermare il Declino ha un problema genetico non da poco per affermarsi ed è proprio un certo antiberlusconismo viscerale che lo incarna. Se scorro la lista del think tank liberale non posso non notare la presenza di economisti e non che in tutti questi anni, vuoi per idee politiche diverse vuoi per un puro pregiudizio estetico (in certi circoli snob essere berlusconiani è considerato molto volgare a prescindere) hanno sparato ad alzo zero contro il PdL. Lo stesso Giannino, quasi quotidianamente, spara battutacce al vetriolo in direzione di Arcore.
E quindi la domanda sorge spontanea: dato per scontato che Fermare il Declino non può aspirare ad ottenere una maggioranza assoluta alla prossima tornata elettorale, dove pensa di collocarsi? Con chi pensa di allearsi? A chi andrà a chiedere il voto il club degli economisti? Perché se da un lato c’è chi, pur fallendo, ha portato avanti idee simili a quelle di Oscar & Co, dall’altro invece c’è chi affermava senza alcun pudore che “pagare le tasse è bello” e chi ha cavalcato il furore giustizialista.
Non è forse il caso di fare meno gli snob e trattare con un po più di rispetto quella maggioranza silenziosa di italiani pronta a dare il voto ma con la pretesa di sentirsi meno spernacchiati? Caro Oscar pensaci, noi orfani liberali abbiam bisogno di te ma non siamo più disposti a svenderci. Quelle strade lastricate di buone intenzioni di cui sopra, le conosciamo purtroppo molto bene.
Nessun commento:
Posta un commento