giovedì 24 marzo 2011

(N)EUROPA

HORATIO CAMERON
Sembra quasi di tornare indietro nel tempo nell’assistere a questo attacco alla Libia. Ma non alle crociate rimembrate da Putin dove nei fatti c’era una coalizione cristiana coesa, la NATO del medioevo ma piuttosto al mondo di due o tre secoli fa quando a spartirsi il mondo erano i francesi e gli inglesi che dispensavano lezioni di civiltà illuminista al suon di schioppi e di bombarde.

Ci risiamo di nuovo, Cameron e Sarkozy sembrano Horatio Nelson e Napoleone Bonaparte al netto di parrucche, cipria ed uniformi pacchiane. La sostanza però è la stessa. Una volta c'era la Compagnia delle Indie Occidentali che muoveva guerra per qualche sacco di pepe e cannella da importare in Europa. Oggi alla gloriosa società si son sostituite le compagnie petrolifere che trattano prodotti diversi ma che perseguono il medesimo fine.

Almeno un tempo inglesi e francesi non erano ipocriti, non la menavano coi diritti umani. Andavano, ammazzavano, arraffavano e possibilmente alla democrazia sostituivano un bell’anello al collo delle popolazioni locali garantendo un impiego stabile e a tempo indeterminato in qualche soleggiata piantagione di cotone in giro per il mondo.
NICHOLAS BONAPARTE
Fino a quando, dopo secoli di scorribande e alcune svariate decine di milioni di morti sulla coscienza ci siam decisi che era il caso di darsi una calmata, di fare i bravi. Al sano e duro pragmatismo colonizzatore abbiamo sostituito il mellifluo idealismo europeista. E cosi ci siamo inventati l’Europa, un concetto astratto, la risposta ai nostri sensi di colpa illudendoci per qualche decenniodi aver sconfitto nazionalismi sopiti e velleità malcelate.

Gheddafi ci ha dato la sveglia. L’Europa, ammesso che sia mai realmente esistita nelle nostre coscienze è stata in questi giorni sepolta da arroganti missili di fabbricazione francese ed inglese travestiti da missionari della pace ma che in realtà mirano ad estendere le aree di influenza transalpine e britanniche nel bacino mediterraneo a scapito del loro “alleato” tricolore.

Non sono un pacifista ad ogni costo, ho ritenuto anche io giusto l’intervento del nostro paese a fianco degli Stati Uniti a salvaguardia dei nostri valori e della nostra libertà in seguito al devastante attentato dell’11 settembre ma qui c’è qualcosa che non va, che non è accettabile. La guerra dovrebbe essere l’extrema ratio dopo averle provate tutte ed invece ho come l’impressione che ci si stia dimenticando di cosa l’Europa ha passato appena 70 anni fa e che lanciare bombe a destra e sinistra sia diventato routine, non ci si fa più caso. Anzi la tv ha trasformato la guerra a casa degli altri in uno show che fa ascolti da capogiro e che fa vendere merendine e detersivi.

Nei fatti pero la dottrina dell’esportazione della democrazia ha sino ad ora prodotto risultati tragici e fallimentari che sono sotto gli occhi di tutti. Iraq ed Afghanistan erano un inferno prima, lo sono tutt’ora e lo resteranno per i prossimi decenni a venire. Centinaia di migliaia di persone sono morte ammazzate per non risolvere nulla. La Libia rischia di diventare un nuovo Iraq alle porte dell’Italia, un paese in balia dell’anarchia e del terrorismo islamico e tutto questo per soddisfare gli exit poll francesi e britannici. Non voglio difendere Gheddafi, che non lo merita. Ma tra Gheddafi ed Osama la scelta è obbligata non esistendo, in quel mondo, una terza via percorribile.

Fermiamoci finché siamo in tempo.

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