mercoledì 19 gennaio 2011

GLI EVERSORI

Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra.
Winston Churchill

Credo che questa celebre frase del primo ministro britannico ben si addica al solito comportamento vigliacco ed ipocrita della sinistra italiana in merito alle vicende che stanno nuovamente sconvolgendo la vita politica e non solo del Paese.

Siamo di fronte ad un atto eversivo da parte della magistratura italiana, un attacco al cuore della democrazia di questo paese e la sinistra, invece di assumersi le responsabilità del caso, a difesa non certo di Berlusconi, ma delle istituzioni del paese, della libertà e della democrazia, chiede al Governo di chiarirsi con i giudici. In parole povere la sinistra sta avallando il tentativo di omicidio della Bocassini e chiede a Berlusconi di farsi ammazzare.



Più i giorni passano e più risulta chiaro che l’inchiesta di Milano, da un punto di vista strettamente processuale, fa acqua da molte parti. Non esistono prove che possano accertare nero su bianco che il Presidente Berlusconi abbia commesso reati.
Per fare un paragone, non esiste una maglietta sporca di liquido seminale il cui DNA corrisponde a quello del presidente come nel caso Lewinsky.
No, tutto il telaio accusatorio dell’inchiesta si basa su intercettazioni ambientali perpretate a danno ed insaputa di centinaia di persone che vomitano di tutto ed il suo contrario e che qualora fossero portate in udienza sarebbero facilmente smontabili.

Orbene, in qualunque stato democratico, le istituzioni dovrebbero essere preservate dalle autorità giudiziarie dalla presenza di potenziali e pericolosi scandali che non possano essere verificati e i magistrati si muoverebbero solo e qualora risultassero reati comprovati e gravi.
In Italia sta accadendo l’esatto contrario ed il fine ultimo è piuttosto evidente ed è chiaramente politico. Una procura zelante, rispettosa della costituzione e delle istituzioni, consapevole dei potenziali effetti devastanti di certe rivelazioni, avrebbe agito in silenzio e solo in presenza del corpo del reato, dopo aver avvisato le alte cariche dello stato in merito.

La procura di Milano ha fatto esattamente l’opposto. Da un lato attraverso il Procuratore Generale Bruti Liberati ha prima affermato che nei confronti del Presidente non esisteva nulla. Dall’altro, di nascosto e di fronte alla difficoltà di procedere con un’imputazione (la prova non c’è e la competenza dovrebbe essere del Tribunale dei Ministri), ha percorso la strada dello sputtanamento mediatico con il chiaro risultato di cercare di far saltare il governo per motivi che travalicano i suoi poteri e cioé per questioni esclusivamente morali la cui competenza spetta solo alla nostra coscienza o, per chi ci crede, a colui che da lassù tutto vede ed ascolta.

Berlusconi è probabilmente censurabile moralmente per il suo stile di vita libertino e condannabile per la leggerezza con cui gestisce la sua vita privata. Un Presidente del Consiglio dovrebbe evitare di contornarsi di certe squallide arriviste e star lontano da potenziali ricatti. Ma saranno i suoi elettori a giudicarlo in merito, non certo un tribunale.

E se un tribunale si arroga motu proprio il diritto di decidere per gli altri abusando del potere e della competenza dalle leggi ad esso conferito chi, come e quando deve governare il paese significa che, destra o sinistra, la democrazia è morta, che siamo di fronte ad uno stato nello stato, ad una struttura parallela eversiva e terroristica, ad un cancro che deve essere estirpato.

Si ricordino quella nullità di Napolitano e quegli ipocriti politici perdenti di Bersani e Franceschini, disposti a vendere l’anima al diavolo per occupare la poltrona, che una volta venduta, Belzebù non la ritorna. E che quel che stan subendo Berlusconi e centinaia di cittadini innocenti orrendamente spiati, potrebbe un giorno capitare a loro.
Vergogna, vergogna, vergogna!

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