Quanto ci sono costate le follie di un manipolo di giudici politicizzati in questi ultimi 20 anni di storia nazionale in termini di credibilità, in punti di spread, in stabilità politica, in crescita del paese?
E chi ne ha pagato e ne sta ancora pagando le conseguenze? Quei magistrati non di certo, sono ancora beati al loro posto e si permettono addirittura di sbertucciare la Cassazione che con quasi un ventennio di ritardo ha certificato quello che solo i ciechi ed i sordi non volevano né vedere né ascoltare: e cioè che l’Italia non è una democrazia compiuta ma un paese sui generis dove un parlamento eletto a suffragio universale è nei fatti eterodiretto da un manipolo di eversori togati e sciroccati che decidono, gestendo e pilotando inchieste ad hoc, le sorti di un’intera nazione.Ci volevano un bel po’ di fantasia o malafede, fate voi, per credere che dietro gli attentati mafiosi di Firenze ci fosse Forza Italia. Eppure processi demenziali sono andati avanti per decenni distruggendo l’immagine di un paese e di noi italiani, testate giornalistiche considerate credibili hanno sputtanato l’Italia su scala globale contrabbandando falsità colossali per verità imbarazzanti. Fenomeni da baraccone come Luttazzi, giullari di corte come Sabina Guzzanti, pseudo giornalisti come Marco Travaglio e Michele Santoro hanno costruito una carriera ed un generoso conto bancario nel contrabbandare queste sonore panzane per dei dogma intangibili.
Eppure è cosi. L’Italia è stata gestita da dei PM come De Pasquale, baffone e pensiero da caudillo messicano che pur di suonarsele e cantarsale s’inventa una nuova fattispecie giuridica e cioè che la corruzione avviene non nel momento in cui si ricevono i soldi dal corruttore, ma dal momento in cui tali soldi vengono spesi! Da un altro barbone gonfiato di Palermo che da credito ad un ciarlatano seriale decantandone le lodi sulle reti del servizio pubblico. Dalla Procura di Palermo che, parole della Cassazione, non garantisce nemmeno i diritti minimi al suo imputato ne tantomeno il beneficio del ragionevole dubbio.
Da procure che stravolgono, modellano, innovano la legge a seconda della bisogna e che invece di inquisire i veri mafiosi li elevano ad "icone dell'antimafia" mandando a marcire in galera gente come Contrada ed inquisendo chi la mafia l'ha combattuta in prima linea, distruggendo la vita e la reputazione di servitori della Stato come il generale Mori o il Capitano Ultimo e così insultando, questa volta si, la memoria di Falcone e Borsellino. Personaggi che dovrebbero marcire in galera, per quel che mi riguarda e che invece di fronte all’evidenza della loro parzialità, della loro malafede, della totale mancanza di senso della realtà e dello Stato si permettono di alzare la voce, di rilasciare dichiarazioni che eufemisticamente definerò deliranti.
Cos’è uno stato di diritto se chi è chiamato ad amministrarlo ne abusa in maniera cosi spudorata sapendo di poterla fare franca, se un Parlamento inutile ed un Governo senza poteri ne subiscono le minacce e le intimidazioni senza potersi difendere, se un’intera nazione viene nei fatti privata del suo diritto di scegliere i propri rappresentanti?
E c’è chi ancora non vuol sentire parlare di riforma della giustizia?
Nessun commento:
Posta un commento