BARBONE GONFIATO |
Antonio Ingroia qualche tempo fa.
Massimo Ciancimino, per chi si fosse appena collegato, è stato arrestato . E non per il mancato pagamento di una contravvenzione per divieto di sosta. No, arrestato per aver calunniato l’ex capo della polizia De Gennaro dandogli, tanto per cambiare, del mafioso e manomettendo documenti consegnati alla procura. Insomma roba grossa.
Quanta gente in questo paese è stata additata dal mafioso pentito di turno di collusione con le cosche? Contrada, Dell’Utri, Mori, Cuffaro etc etc. La lista è lunga e lunga ne è pure la scia di dubbie condanne che ne sono susseguite.
Che Ciancimino Massimo fosse, per usare un eufemismo, inattendibile erano in tanti a pensarlo e con buoni motivi a riguardo.
Enrico Tagliaferro, un blogger che meriterebbe ben altri palcoscenici, aveva gia tempo fa ridicolizzato le perizie calligrafiche (http://bit.ly/etD9aN) sui papelli di Don Vito scritti evidentemente da mani diverse, ma la storia era andata avanti lo stesso, faceva comodo mandarla avanti in un paese dove la politica è costante ostaggio di più o meno dubbie inchieste giudiziarie.
Chi non ricorda la carrambata di Ciancimino da Santoro seguita dal solito processo sommario televisivo e dalle solite condanne inappellabili ai soliti noti? Quali teoremi arditi furono vomitati da questo signore davanti al sorridente presentatore ossigenato ed al suo fedele sodale e boia Travaglio, entrambi in estasi da Cosa Nostra? Ora di dubbi non ce ne sono più, Ciancimino è uno che le spara grosse ed alle quali a "certi" giudici fa comodo credere per motivi che sono facilmente individuabili.
Antonio Ingroia, procuratore aggiunto della Procura di Palermo, nonchè amico e compagno di vacanze di Robespierre Travaglio è uno di quei giudici, anche lui, che si permette di andare in tv da Santoro e di dire con quel tono greve e serioso, con quell’arroganza propria del giudice infallibile, che Berlusconi da indagato dovrebbe dimettersi o che arringando la folla ad una manifestazione, afferma che la riforma della giustizia è un tentativo del premier e del Guardasigilli di «azzoppare lo Stato di diritto e sfigurare i suoi principi fondamentali».
Di fronte all’arresto di Ciancimino, con non poco imbarazzo, questo giudice ora è costretto a mettere in dubbio l’attendibilità del suo teste fino ad ora incensanto ed esibito pubblicamente e di riflesso dell’inchiesta che sino ad ora ha condotto.
Il procuratore afferma che il materiale è in discussione e che deve essere analizzato con maggiore cura. Incalzato dal giornalista (http://bit.ly/ggySEr) Ingroia da risposte evasive e mette le mani avanti affermando che comunque il lavoro di analisi è sempre stato rigoroso (!). Credo che certe risposte si commentino da sole. Resta il fatto che l’attendibilità del teste Ciancimino (e non solo la sua mi viene da aggiungere) e quindi dell’inchiesta, è tutta da riverificare.
Siamo all’ennesimo disastro annunciato di questo abuso di giustizia spettacolo utilizzata a fini politici nei confronti del quale non si può non notare il solito insopportabile silenzio del Presidente Napolitano.
Caro Presidente, sempre cosi pronto a metter bocca su tutto e sempre a senso unico, non le sembra che queste procure facciano un po troppo quel che gli pare, non le sembra che alcuni giudici, ogni riferimento a procura di Milano e Palermo è voluto, stiano da tanto troppo tempo esagerando? Non ritiene che queste incredibili vicende giudiziare contribuiscano solo a distruggere la già per altro scarsa credibilità della giustizia italiana?
Che la sua voce, caro Presidente, risuoni a trecentossessanta gradi una volta! Perché altrimenti, come dice il saggio, meglio star sempre zitti e dar l’impressione di esser fessi, che aprire la bocca e confermarlo.
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