mercoledì 23 febbraio 2011

C'EST FINI

FINI BANZAI
Ricordo ancora Fini arringare la folla a Bastia Umbria, aprendo la kermesse futurista con le seguenti parole:

“(...) Abbiamo tutto il diritto di essere molto, molto soddisfatti... Qualcuno ci ha dipinti come quattro gatti insignificanti, invece siamo determinanti".

Chiediamo venia Presidente della Camera. Quantomeno al Senato non siete nemmeno in quattro, non esistete proprio, ci eravamo sbagliati per eccesso. Forse in quattro resterete alla Camera. Forse... ma anche no.

E non poteva che fare questa “Fini” un partito come il FLI nato dal tradimento di un patto elettorale, dalla negazione della propria storia e dei propri ideali, di sedici anni di lotte e battaglie combattute e vinte assieme ed alimentato paradossalmente ed inspiegabilmente da quello stesso antiberlusconismo viscerale che per anni lo stesso futuro disoccupato del parlamento, aveva condannato senza mezzi termini.

Un progetto strampalato, senza capo ne coda, un’idea onanistica pensata, concepita e partorita da Gianfranco Fini ad uso e consumo esclusivo del proprio ego iperbolico che non tollerava più la subalternità a Silvio l’imperatore sul cui regno il sole non tramonta mai.

Supportato dalla solita stampa, dai salotti snob radical chic, dalla solita triste e sgangherata intellighenzia provincialotta e di sinistra nostrana che pur di far cadere Berlusconi scenderebbe a compromessi e beatificherebbe chiunque, Gianfranco ci ha creduto sul serio ed ha scatenato per mesi l’inferno nelle istituzioni, ha lanciato i suoi sgherri a testa bassa contro il governo, di fronte ai primi scricchiolii non ha rallentato ma anzi ha spinto ancor più il piede sull’accelleratore e, come da noi previsto, si è sfracellato dando il via ad un esodo parlamentare di proporzioni maghrebine. Ed invece di un più che dovuto mea culpa e di un’assunzione di responsabilità per il risultato catastrofico di un progetto senz’arte ne parte, con chi se la prende Fini? Come un Pancho Pardi qualunque, attacca il potere finanziario ammaliante di Berlusconi cui è difficile resistere. Ennesima caduta di stile di un leader alla canna del gas.

Ora che tutti, dopo averlo disgustosamente usato, lo hanno scaricato senza tanti complimenti, Fini si ritrova non solo ad aver perso la guerra, ma pure l’onore. E a me vien da dire anche la poltrona. Essendo anche il terzo polo morto prima di lanciare il primo vagito Fini si ritrova solo, senza voti e senza amici disposti presumibilmente a dargli un seggio blindato (in cambio di cosa?).

La fine degna di un politico indegno.

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