lunedì 21 febbraio 2011

SILVIO BALBOA

Ricordate Rocky Balboa? Quante ne prendeva, che incassatore formidabile. Sempre sul punto di stramazzare al tappeto, il volto sfigurato dalle tumefazioni, il corpo contorto e piegato dal dolore eppure restava in piedi contro ogni legge della natura a dispetto della realtà. Ed alla fine per sfinimento batteva l’avversario che incredulo si accasciava tramortito al suolo.

Silvio Berlusconi mi ricorda Rocky, sono sedici anni che lo fanno nero, lo massacrano di colpi, spesso bassi, lui incassa, gli manca il fiato, barcolla come un ubriaco ma non molla, resta li al centro del ring e come lo stallone italiano ormai gli occhi chiusi e tumefatti, provoca l’avversario che incredulo si riavventa sul quasi moribondo pugile.


Che tempra, che forza, che coraggio, sembra invincibile. In tutti questi anni mi sono sempre fatto due domande: in primis mi son sempre chiesto chi glielo fa fare di rovinarsi la vita a questa maniera restando in politica quando nei fatti potrebbe fare tutti i bunga bunga che vuole alle Bermuda senza attirare sospette attenzioni dalla procura di Milano se solo semplicemente si dedicasse all’attività di tycoon. E poi mi sono sempre domandato come fa. Come fa a resistere, a piegarsi e a non spezzarsi, a rinascere ogni volta quando ormai il prete è gia passato per l’estrema unzione?

Mi sono dato questa risposta: perché, al di la delle puttanate che tocca leggere in giro, Berlusconi è uno che ci crede in quello che fa, è uno che non si vende o peggio svende come tanti suoi colleghi, è uno che, stabilito un traguardo, lo persegue pervicacemente ad ogni costo, è un uomo coerente con se stesso e col suo elettorato che infatti non lo tradisce. E’ cosi che è diventato l’imprenditore di successo che è, è cosi che, col sommo dispiacere di chi (a)criticamente lo detesta, passerà, unico tra i suoi colleghi e coetanei inutili ed incolori, alla storia. Che piaccia o meno questa è la realtà. I D’Alema, i Fini, i Bersani, i Veltroni, i Casini passeranno. Berlusconi, nel bene e pure nel male, no. E’ l’unico gigante di questa Italia malmessa che pullula di nani.

Per carità, l’uomo è criticabile sotto molti punti di vista, a volte mi piace paragonarlo a Caligola il quale fece senatore il suo cavallo come Silvio consigliere la Minetti o ministro la Carfagna. Più o meno...
Però al di la di questi eccessi, criticabili ed a volte deprecabili, a Berlusconi riconosco alcuni meriti storici assoluti. Il primo di averci salvato diversi lustri fa dalla Gioiosa Macchina da Guerra e dalla finanza porno solidale della Lega Coop, di aver trasformato la politica italiana da un orgia indigesta di partiti e partitini in una democrazia bipolare (seppur ancora molto imperfetta e decisamente migliorabile) e poi per averla proprio in questi giorni salvata dall’attacco ad essa sferrato contemporaneamente da giustizia, ex parenti-serpenti (ogni riferimento a Fini e Casini è puramente voluto) e dalla piazza manettara ed ipocrita dei finto moralisti de noantri che reclamano il ritorno al proporzionale, alla politica dell’inciucio e della spesa pubblica.

Per fortuna che Silvio c’è.


Nessun commento:

Posta un commento